"IL CERIMONIALE"

Il testo affronta tutti i temi del cerimoniale, con una impostazione innovativa rispetto ad altri libri di cerimoniale esistenti nel mondo, i quali si limitano in generale a descrivere scenari ed eventi senza spiegarne le regole e le motivazioni. In questo volume troviamo la risposta a tanti quesiti, insieme a suggerimenti e regole per svolgere correttamente non solo l’attività di rappresentanza, ma anche la ordinaria vita di relazione. In prima pagina l’autore esordisce, sorprendentemente, con la enunciazione: “di solo tre persone dobbiamo seguire veramente le indicazioni: il medico, il confessore, il cerimoniere”. Per chi è più giovane d’età, questa può apparire una frase un po’ antica e, magari superata. Ma, alla prova dei fatti, il suo dettato si rivela ancora oggi valido a garantire serena felicità, per sempre. E provare per credere. Il libro è anche una invocazione al rispetto delle regole, rispetto di cui in Italia c’è un grande bisogno, a livello personale ed istituzionale. Tornando ai contenuti del volume, essi vanno dalle regole generali del cerimoniale, ai criteri per l’ organizzazione di cerimonie, convegni e manifestazioni, alle regole per gli inviti. E poi si occupa del terribile argomento delle precedenze tra le cariche pubbliche, che stabiliscono chi deve sedersi più avanti e chi più indietro, stando comunque certi che chi è collocato dietro si offenderà e protesterà. Fra gli ospiti, come collocheremo un cardinale? E un vescovo? E un ambasciatore? Delicatissima anche la collocazione di un sindaco, di un parlamentare, di un magistrato ecc. Insomma è un ginepraio dal quale si esce solo seguendo l’ordine delle precedenze indicato nel libro ed i suggerimenti offerti tra le righe. Poi si parla delle visite e degli incontri tra autorità pubbliche e tra organi privati. 

Si ricorda anche che molte volte gli incontri si svolgono al tavolo da pranzo o, comunque, un momento conviviale rientra nelle occasioni ufficiali, e –quindi- nel libro si  espongono le regole riguardanti la organizzazione ed il comportamento nei pranzi. E’ infatti a tavola il luogo ove si è più  prossimi all’ospite ed è  bene mostrarsi persona raffinata nei modi. Se siamo noi i padroni di casa, come apparecchiamo la tavola? Come presentiamo gli ospiti? E quali altre regole seguiamo? E, se invece siamo invitati, portiamo una bottiglia di vino o un mazzo di fiori o nulla? Insomma cerchiamo di non sbagliare, perché in fondo si tratta di regole semplici alle quali si può giungere anche con un attento ragionamento. Ma nel libro si parla anche diffusamente di cerimonie di matrimonio e, purtroppo, anche di funerali, nei quali occorre rispettare regole precise, soprattutto se si riferiscono a cariche ufficiali. Inoltre si offrono le regole della corrispondenza epistolare formale e si elencano i titoli e gli appellativi da utilizzare: come ci rivolgiamo ad un vescovo? E al prefetto? Ad un ministro? Ad un rabbino? Ad un cattedratico? Ad un artista famoso? E molti altri casi. Si danno inoltre istruzioni per l’uso delle bandiere e sull’impiego dei simboli. Ma non si trascurano le regole dell’abbigliamento individuale e le occasioni nelle quali si ricorre ad abiti formali. Infine si parla delle onorificenze e del modo di indossarle, perchè –certamente- non possiamo esibire insegne onorifiche in modo non corretto.  Si offre qualche cenno di araldica, disciplina che riguarda oggi, essenzialmente, gli enti e le istituzioni pubbliche. Viene, infine, dato conto del trattamento che occorre riservare al corpo diplomatico e consolare, i quali godono di particolari privilegi e tutele. Per ragioni di completezza si dà poi cenno di alcune tradizioni e costumi di popoli non appartenenti al nostro mondo occidentale. Sono esposte anche altre regole che meglio potranno essere conosciute con la lettura del libro, che contiene anche una utilissima appendice normativa.
Non c’è bisogno di dire che sono molto affezionato a questo mio libro, che considero una mia creatura, allevata con passione e dedizione e costantemente aggiornato. E sono ancora grato alle autorità che mi fecero l’onore di presentarlo, nell’ormai lontano 1998, nella sede del Senato della Repubblica: il Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga, il senatore Andrea Manzella, il rettore della Università Luiss Mario Arcelli. Come sono ancora grato al Presidente del Consiglio dei Ministri dell’epoca, Romano Prodi, che volle intervenire alla cerimonia, insieme ad alcuni sottosegretari e a numerose altre autorità civili e religiose. Fu un gesto di attenzione a questo tema ed alla mia modesta persona che ancora mi commuove.
Particolarmente soddisfatto mi rendono i giudizi di apprezzamento che al testo sono stati dati da autorità e utilizzatori vari, in Italia ed all’estero.
Parlandovi con il cuore aperto, devo riconoscere che nello scrivere le pagine del libro sono stato animato essenzialmente da spirito di sevizio volto a rendere quanto più accessibile la materia del cerimoniale ed a diffonderla perché potesse diventare un patrimonio comune del maggior numero di persone, convinto come sono che lo scopo ultimo del cerimoniale è quello della costruzione di una socievolezza cosmica che renda il mondo migliore, agendo dal versante della forma, ma cercando sempre di trasferirne i principi di imparzialità nelle regole di sostanza per renderle migliori per tutti.

Sgrelli Massimo

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